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DON BOSCO E MADRE MAZZARELLO

Eredi di un sognatore, DON BOSCO...

Febbraio 1827: un ragazzino di 12 anni lascia alle sue spalle una casa povera per cercare, come tanti suoi coetanei, un lavoro che gli permetta di sopravvivere alla miseria che incombe sulla campagna piemontese. Non ha altro che un fagotto con alcune camicie, due libri, una pagnotta; negli occhi – tuttavia – la luce di un sogno: aiutare quei ragazzi che, abbandonati al loro destino e vuoti di ogni speranza, reclamano da una vita avara di bene, qualche scampolo di felicità. Così Giovanni Bosco inizia a raccogliere intorno a sé gruppi sempre più nutriti di fanciulli che, attratti dalla sua amicizia sincera e disinteressata, si lasciano condurre, un passo alla volta, all’amicizia con Dio.  

Educato alla fede e rafforzato da un’esistenza che mai gli ha fatto sconti, nel 1835 Giovanni decide di mettere la sua vita a servizio della Chiesa e dei giovani ed entra in seminario. Divenuto sacerdote, Don Bosco inizia la sua missione tra i giovani più poveri di Torino, città in cui si riversano decine di ragazzi soli e senza punti di riferimento. È in questa città che, in occasione della festa dell’Immacolata del 1841, il giovane prete inizia il catechismo per i giovani sbandati che a quel tempo affollavano le strade di Torino, in piena rivoluzione industriale; in questa data prende avvio tutta la sua opera educativa.

Egli, però, non si limita alla formazione religiosa, ed offre agli imberbi abitanti delle periferie cittadine, una casa per sentirsi accolti ed amati, un cortile per condividere la felicità, una scuola per costruire un futuro migliore, una Chiesa per incontrare Dio. Tutto ha inizio dalla “Tettoia Pinardi”, uno stabile situato a Valdocco (il più malfamato quartiere di Torino) ed inaugurato cinque anni dopo. Nemmeno dieci anni più tardi, contagiati dal sogno di colui che era per loro come e più di un padre, alcuni dei giovani di Valdocco decidono di condividere con Don Bosco l’impegno di mettere la propria vita a servizio della missione educativa; nasce così la congregazione dei Salesiani, oggi diffusa in tutto il mondo.

... e di una donna audace, MADRE MAZZARELLO

Negli stessi anni in cui Don Bosco si occupa dei giovani emarginati nella città di Torino, a Mornese, un piccolo paese del Monferrato, una ragazza dallo strano soprannome di Main, dopo aver conosciuto il duro lavoro nei campi prima, e l’inabilità ad ogni lavoro a causa di una malattia poi, decide di occuparsi della formazione cristiana delle fanciulle.
Dopo aver imparato il mestiere di sarta, avvia – con le sue amiche – un piccolo laboratorio di cucito per le adolescenti del paese; di lì a poco apre un oratorio e una piccola casa di accoglienza in cui educare le bambine ai valori cristiani.
Un giorno, mossa sa un’intuizione profonda che la spinge a far del bene nonostante il venir meno delle forze fisiche, capisce che Dio la chiama ad occuparsi delle ragazze del paese, per le quali è disposta ad affrontare ogni genere di difficoltà. Così Maria Domenica Mazzarello orienta decisamente la sua vita all’educazione delle giovani, che avvicina con la premura, l’attenzione e la fermezza di una madre.
Le strade percorse dai due educatori accomunati dalla medesima passione e scelta di vita – dedicarsi completamente al bene dei ragazzi – finiscono per convergere nel 1864, quando Don Bosco, in visita con i suoi giovani a Mornese, incontra Main.
È lo stesso Don Bosco, nel 1872, a dare il nome di “Figlie di Maria Ausiliatrice” al nascente Istituto aggregato alla Società Salesiana.