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IL METODO EDUCATIVO DI DON BOSCO

«Don Bosco definì la sua concezione educativa sistema preventivo, usando il linguaggio del suo tempo. Solo a sentirne il nome si comprende perché egli non riuscì a descriverlo.[…] Secondo don Bosco nella cura delle anime un’oncia di pietà vale quanto una tonnellata di scienza; a questa convinzione si ispirava la sua azione educativa. Fece sempre ciò che la sua carità gli domandava e ciò che l’attimo presente gli richiedeva. All’ingresso della sua stanza aveva scritto: Ogni minuto di tempo è un tesoro; queste parole esprimono l’immediatezza che costituì l’essenza della sua personalità»

«Don Bosco sosteneva energicamente: In ogni giovane, anche nel più cattivo, c’è un punto in cui egli è sensibile al bene; e il primo dovere dell’educatore è cercare questo punto sensibile del cuore e saperlo valorizzare. Sapeva che l’adolescenza è un momento critico per il giovane e che bisogna premunirlo in modo che sappia come affrontarlo. Secondo lui basta un istante a far perdere per sempre la fiducia di un giovane»

«Quando gli chiesero di indicare i principi fondamentali della sua azione educativa don Bosco affermò che erano due: la religione e la ragione.[…] La religione stava per lui al primo posto; spese molto tempo e molta fatica per attirare i suoi ragazzi al catechismo.[…] A lui importava trasmettere ai giovani le verità fondamentali e da nessuna parte le trovava così ben formulate come nel catechismo. L’uomo non può fare a meno di quelle poche verità che hanno valore eterno […] se vuole davvero vivere da cristiano. Per questo motivo don Bosco dedicò la massima attenzione alla cura dei suoi ragazzi. Egli lo sapeva fare con grande abilità, consapevole che da una parte i giovani, nell’età dell’adolescenza, sono spesso diffidenti verso ogni forma di religiosità e d’altra parte, proprio in questo periodo, hanno bisogno di appoggio sicuro»

«L’altro principio fondamentale del metodo educativo di don Bosco si chiama ragione. La scelta di questa parola non è delle più felici; ad ogni modo non è da intendersi in senso illuministico. Con essa si deve intendere invece quel dono di natura che corrisponde approssimativamente al concetto di ragione naturale. Egli era dell’avviso che una ragione non falsata o artefatta opera intuitivamente ciò che è retto. Non si potrebbe sostenere un’educazione irrazionale.[…] Don Bosco, pieno di senso pratico com’era, sapeva bene cosa si può esigere dai giovani e che cosa va al di là della loro capacità di comprensione. In educazione sono sempre stati decisivi la prudenza e un certo buon senso naturale»

«Ma l’elemento portante della sua pedagogia era l’amorevolezza (atmosfera di amore, gentilezza, benevolenza sperimentabile). L’amore lo rese grande, non il suo metodo educativo. Egli amò i suoi giovani ed era costantemente preoccupato del loro bene.[…] Don Bosco amava con i fatti e non con le parole. Non lo si ripeterà mai abbastanza: il carisma del santo è un mistero d’amore. Egli amava i suoi ragazzi […] in modo tale che essi comprendevano il suo amore. Chi sa di essere amato ama a sua volta, e chi è amato può raggiungere qualsiasi scopo, specialmente con la gioventù: così la pensava don Bosco»

«Questi principi educativi derivavano a don Bosco dalla sua esperienza di vita. Proprio perché rinunciava ad esercitare ogni potere sui giovani, questi erano disposti ad ascoltarlo. Però non fu mai favorevole ad un’educazione che faccia a meno dell’autorità: sarebbe un vero non-senso e si spiegherebbe soltanto a partire da idee pedagogiche sbagliate. Lui stesso era un’autorità, una personalità rivestita di ascendente spirituale, che però non incuteva mai paura, ma per la quale si provava piuttosto un senso di doveroso rispetto. Don Bosco esigeva la disciplina, ma non voleva ottenerla con la forza o con un addestramento militaresco; riteneva che fosse necessaria perché senza di essa non può esservi ordine; e quando un uomo manca di ordine esteriore è disordinato anche interiormente. Proprio perché seppe riconoscere che l’autorità e la disciplina sono necessarie, questo santo fu un grande formatore di uomini. Se i giovani, che già di per sé sono spesso ‘disorientati’ si lasciano crescere senza l’aiuto di queste forze, si presta loro un cattivo servizio»

«Don Bosco ha sintetizzato la sua attività educativa nella parola assistenza, che vuol dire stare in mezzo, aiutare, essere disponibile. Essere presenti, essere sempre presenti per la gioventù. Questa presenza continua ed estenuante è il nocciolo dell’educazione…»

(da W. Nigg, Don Bosco. Un santo per il nostro tempo, LDC, Torino, 1980, pp 60-66)